Si vive una volta sola e non bisogna sprecare un solo istante. “Solo” di questo abbiamo parlato all’ultimo incontro del club del libro di Milano con Mario Calabresi, CEO della podcast company Chora Media ed ex direttore di La Stampa e La Repubblica.
IL CLUB DEL LIBRO
Scegliere un libro da leggere nello stesso periodo per poi confrontarsi sugli spunti di riflessione emersi: il club del libro è un’attività ormai consolidata per alcuni di noi, studenti Camplus.
I protagonisti dello scorso anno erano gli ultimi due libri di Daniele Mencarelli, scrittore che abbiamo conosciuto di persona in un incontro ospitato al Camplus Bononia (Bologna).
Quest’anno è stato il turno di “Una volta sola: storie di chi ha avuto il coraggio di scegliere”, libro vincitore del Premio Chiara 2023 e scritto da Mario Calabresi, il quale ci ha raggiunto al Camplus Città Studi (Milano) per rispondere alle nostre domande e porcene lui stesso di nuove.
"UNA VOLTA SOLA"
Mario Calabresi, evidentemente interessato a conoscere davvero chi aveva davanti, ha iniziato l’incontro confessando una sua grande curiosità: capire cosa sia l’ansia per noi ragazzi e cosa significa essere all’altezza delle aspettative. A questa curiosità abbiamo risposto proprio con il titolo del libro: Una volta sola.
Viviamo una volta sola. Non dobbiamo sprecare neanche un attimo. Ma come fare? Come compiere le scelte giuste? Le scelte che facciamo sono legate al caso? Sono determinate da ciò che è giusto e sbagliato per la società in cui viviamo? E se fossero dettate solo dall’incoscienza? Se i protagonisti dei racconti avessero saputo tutto quello che sarebbe capitato loro, avrebbero cambiato qualcosa? Come assicurarsi di essere sempre coerenti? Queste sono solo alcune delle domande che nascono a cascata leggendo le quattordici storie del libro. Storie legate proprio all’importanza di regalarsi ogni giorno la possibilità di scegliere.
E allora, come fare?
- Innanzitutto, secondo Mario Calabresi, nessuno di noi è l’attimo presente. Le nostre decisioni sono date dalla somma delle esperienze che abbiamo vissuto e le persone che abbiamo incontrato. Quindi, se scegliamo di intervenire in una cosa, non è casuale ma è conseguenza dell’educazione che abbiamo avuto e delle vite che abbiamo incrociato (e così è stato anche per Piero* quando ha deciso di testimoniare all’omicidio di Rosario Livantino).
- In secondo luogo, vivere con i se e con i ma è devastante. “Semplicemente non ha senso – spiega Calabresi – dopo aver preso una scelta dirsi che era meglio non prenderla”. Io valuto le informazioni che ho al momento: cerco di immaginarmi come mi farà sentire in futuro prendere quella strada, sulla base di ciò che so ora, e mi godo la mia scelta. Facciamo sì che il passato sia per la memoria, non per lo spreco di energie (lo impariamo da Franco* che si fa ricoverare in una Rsa per non abbandonare la moglie nel periodo del Covid)
- Poi, cosa significa essere coerenti? L’unica cosa a cui dobbiamo essere coerenti è il presente. Dobbiamo essere fedeli a noi stessi, fare scelte coraggiose e appassionate, vivere con intensità. La chiave non sono le scelte razionali ma quelle che ci fanno stare meglio, quelle coerenti con ciò che proviamo (come quelle prese da Claudia*, coerente all’amore).
- Infine, bisogna imparare anche a leggere gli imprevisti come occasioni (come ci insegna Corso* con le sue avventure) ricordandoci sempre che la vita non sono i cento metri ma è una maratona.
*protagonisti delle storie del libro
"VOI NON SIETE IL FUTURO, SIETE IL PRESENTE"
In fondo, per comprendere quello che ha scritto Mario Calabresi e ciò di cui abbiamo parlato l’undici dicembre al club del libro, non è necessario andare molto lontano, basta guardarsi dentro. Ognuno di noi compie scelte ogni secondo della propria vita e ognuno di noi, presto o tardi, capisce che questa è l’unica che abbiamo. Io ho trovato la risposta a quell’ansia di cui ci domandava Mario Calabresi proprio nelle parole del suo professore di storia dell’arte, Eugenio Riccomini, riportate nell’ottavo capitolo del libro. “Non siate spettatori, ma protagonisti della storia che vivete oggi […] mordetela, la vita, non adattatevi, impegnatevi, non rinunciate mai a perseguire le vostre mete […] voi non siete il futuro, siete il presente”. Io, nel mio piccolo, l’anno scorso ho scelto di cambiare università proprio per questo: per essere protagonista della mia vita nel presente, e ora mi sto godendo la mia scelta.