Migrazione e
L’Onorevole Pietro Bartolo, prima medico e chirurgo che ha curato dal 1992 al 2019 i migranti a Lampedusa e poi europarlamentare, ha raccontato la sua storia ai ragazzi Camplus in visita al Parlamento Europeo. Una di loro, laureanda di Catania, è rimasta particolarmente colpita dalla sua testimonianza: Arianna Valenza.
Migrazione. Asilo. Parole che sentiamo nei telegiornali tutti i giorni. Ci siamo mai interrogati realmente su quante vicende e quante vite sono connesse a queste parole? Abbiamo osservato bene, con gli occhi giusti, cercando di cogliere ogni dettaglio? Oppure ci siamo fatti prendere dalla paura e abbiamo distolto lo sguardo cambiando canale? Abbiamo il coraggio di ascoltare, per davvero, chi vuole raccontarci tutta la verità? Arianna Valenza sì. Studentessa di giurisprudenza, per 5 anni nel collegio di merito Camplus di Catania, non ha solo ascoltato l’europarlamentare Pietro Bartolo, si è proprio lasciata travolgere, a tal punto da cambiare la sua tesi di laurea.
"SOLIDARIETÀ TRA STATI: QUESTA È L'UNICA SOLUZIONE"
Ciao Ari, parto con la domanda che più di tutte volevo farti: qual è l’insegnamento più grande che ti ha regalato l’On. Pietro Bartolo?
Pietro Bartolo mi ha ispirata tanto da portarmi a modificare l’argomento della mia tesi, decidendo di trattare il tema dell’immigrazione: “Il sistema Dublino: la solidarietà tra gli stati membri e le prospettive di riforma”, questo è il titolo del mio lavoro.
Essendo una ricerca sul diritto dell’Unione Europea, la parte tecnica, di leggi e modifiche, era quella preponderante e proprio in merito a questo, ti dico i due insegnamenti che mi ha dato Bartolo e che ho voluto tenere in mente fin dal principio in mezzo a tanta teoria e terminologie complicate.
Il primo è “RESTARE UMANI”. Il lavoro che ho svolto per la tesi, come dicevo, è pieno di norme e regolamentazioni. Con le storie di Pietro Bartolo, che in quanto medico a Lampedusa ha lavorato in prima linea, visitando e curando gli immigrati, mi sono resa conto che è doveroso avere bene in testa che stiamo parlando di persone. Riconoscere che si tratti di diritti umani. Con il sistema Dublino trattiamo di chi scappa da condizioni degradanti.
Il secondo è che l’Unione Europea è fondamentale ed è una istituzione meravigliosa. Ci ha dato la cosa più importante e più bella che possa esistere: LA PACE. La dobbiamo tutelare.
Ma la tua tesi come è nata? Come hai trovato l’occasione di interagire con un europarlamentare?
Il diritto dell’Unione Europea mi aveva affascinata fin dal principio nel mio percorso accademico. Infatti ho chiesto al mio professore di essere sua tesista già un anno prima della laurea, sfruttando l’occasione di un dibattito simulato a cui avevo partecipato all’università. Tra gli argomenti che mi aveva proposto ne avevo scelto uno con uno stampo decisamente amministrativo, riguardo gli aiuti dello Stato alle imprese. Mi piaceva molto.
Poi Camplus ha organizzato una visita al Parlamento Europeo di Bruxelles e lì ho incontrato l’On. Vuolo, l’On. Gemma e l’On. Bartolo. Ognuno di loro ci ha raccontato la sua storia e io sono stata estremamente colpita dalla vita di Pietro Bartolo. Aveva già catturato la mia attenzione perché lui è di Lampedusa e io sono di Agrigento ma ci ha conquistati tutti con la passione con cui ha parlato del suo lavoro. Lui nasce come medico e per migliorare la situazione, che ha potuto vivere in prima persona, si è dato alla politica. Si vede che è qualcosa in cui crede, si vedono tutte le storie che ha toccato con mano.
Dopo l’incontro, mi sono chiesta come la legge possa regolamentare un fenomeno così forte, irrefrenabile, in continuo mutamento. E quindi ho deciso di dedicare la mia tesi proprio a questo, all’immigrazione e all’asilo; a come sono stati affrontati e che prospettive ci sono per il futuro.
Il tema che hai scelto è molto delicato, è stato difficile scrivere la tesi?
Ho iniziato con una ricerca anche dal punto di vista storico per capire bene le basi del fenomeno e già questo primo step mi ha fatto riflettere sul tema della solidarietà (su cui è centrata tutta la mia tesi) notando che noi stessi siamo stati migranti nel passato, ad esempio verso l’America, e ora c’è un atteggiamento di chiusura verso chi ha bisogno.
Ho proceduto quindi con un’analisi degli atti normativi e mi sono concentrata poi sul Regolamento Dublino III e le sue criticità. Infatti, gli Stati frontalieri (Italia e Grecia) si trovano in una situazione estremamente complessa perché subiscono una forte pressione migratoria e questo è dovuto in parte all’inadeguatezza del regolamento ma anche alla mancanza di solidarietà tra gli stati membri come Ungheria, Polonia e Slovacchia che non rispettano l’articolo 80 del TFUE*.
È stato anche Bartolo a confermarmi che spesso questi Stati adottano degli atteggiamenti ostruzionistici.
Quindi sono giunta alla conclusione che possiamo procedere con tutte le riforme, i ricollocamenti e reinsediamenti che vogliamo, ma fino a quando non ci sarà partecipazione di tutti, il problema non sarà mai risolto.
*[NdA. Sul principio di solidarietà ed equa ripartizione della responsabilità, anche sul piano finanziario, tra gli Stati membri nel settore dei controlli alle frontiere, dell’asilo e dell’immigrazione.]
LA CONSEGNA DELLA TESI ALL'ON. BARTOLO A BRUXELLES
Mi dicevi che queste cose te le ha confermate l’On. Bartolo, quindi lo hai rivisto dopo aver scritto la tesi? Vi siete confrontati nuovamente su questi temi?
Sì, è una storia che ha dell'incredibile. Per festeggiare la laurea una mia amica mi ha regalato un viaggio a Bruxelles dall’1 al 5 febbraio. Ad un mese dalla partenza, mi sono ricordata che l’On. Bartolo ci aveva lasciato la sua mail istituzionale. Mi sono detta “tentar non nuoce” e gli ho scritto raccontandogli la mia storia e chiedendogli di incontrarlo per donargli la mia tesi.
Incredibilmente, mi ha risposto il suo assistente parlamentare, dicendomi che l’On. sarebbe stato molto contento di ricevermi il primo febbraio, quindi il giorno in cui sarei atterrata a Bruxelles, perché l’indomani sarebbe partito e non sarebbe tornato prima della fine della mia vacanza. Ci siamo accordati allora per un appuntamento alle 16:00, giusto il tempo di lasciare le valigie in hotel.
La storia ora diventa ancora più curiosa, perché proprio il primo febbraio a Bruxelles è scoppiata un'enorme manifestazione degli agricoltori che avevano bloccato tutta la città e assediato il Parlamento Europeo. Quando sono arrivata l’aria era surreale, c’era la polizia antisommossa, una gran puzza di bruciato e tutto l’edificio era circondato da filo spinato.
Ora, immagina me e la mia amica che ci avviciniamo molto tranquillamente all’ingresso con le nostre valigie - perché chiaramente non avevo fatto in tempo a liberarmene - e ci presentiamo sorridenti alla guardia: la scena era assurda!
Comunque, nonostante le mie due ore di ritardo causate dal traffico per la manifestazione, lo staff dell’On. Bartolo ci ha fatte entrare come visitatrici. Ci tengo a sottolineare che sono tutte persone stupende e veramente disponibili, soprattutto l’assistente Giuseppe Lanza, siciliano anche lui.
Abbiamo parlato con l’On. Bartolo per più di due ore e mezza, praticamente di tutto: di politica, di situazione migratoria, di diritti. Abbiamo parlato anche delle prospettive future che non sono troppo rasserenanti. Per ora si tratta di:
• in Europa, un nuovo patto sulla migrazione e l’asilo
• in Italia: il Decreto Flussi per scongiurare l’immigrazione irregolare.
Come ho detto, è un tema molto complesso, con molti interessi nazionali e internazionali in gioco, idee diverse tra partiti e fazioni. Ciò che è certo è che il flusso migratorio non si può arrestare, l’uomo andrà sempre dove trova condizioni di vita migliori. L’unica soluzione, dal mio punto di vista, è quella di essere più coerenti: più uniti sia come Europa sia a livello nazionale ricordando che l’obbiettivo è combattere le irregolarità così da fermare gli abusi e le violazioni dei diritti, non la migrazione in sé.